Abbiamo la possibilità di riconoscere e onorare la nostra unicità di esseri umani. Spesso dobbiamo solo fare emergere le risorse dormienti. ”La via d’uscita è dentro”, ha scritto Lowen. Sviluppando la bioenergetica, lo psicanalista americano non ha solo messo a punto un nuovo modo di fare psicoterapia, ma anche una tecnica adatta a tutti, utilizzabile fuori dall’ambito psicoterapeutico nella forma di esercizi anti-stress, attraverso i quali è possibile percepire in maniera efficace il proprio corpo. Sono, in genere, esercizi che si fanno in gruppo che aiutano a sentire e a lasciar andare le “costrizioni”, ad avere radici solide per potersi muovere con libertà, superare la noia, potenziare la sessualità spesso intrappolata. La pratica bioenergetica ci aiuta a riappropriarci del nostro corpo vibrante e vitale favorendo la comunicazione e l’integrazione tra emozioni e sensazioni corporee.
Essere consapevoli per essere liberi di scegliere
Sciogliere i nostri blocchi significa non trattenerli ancora lì con noi (dopo tanti anni!). Più in generale, vuol dire non voler controllare tutto. Fidarsi, lasciare accadere. Quindi “stare”, anche se le emozioni e le sensazioni del corpo, in alcuni momenti, possono risultare pesanti e fastidiose, e una parte di noi vorrebbe non sentire. Lasciar accadere, restare in contatto con se stessi anche di fronte alle difficoltà. Prendere consapevolezza delle sofferenze corporee ci aiuta a esserne sempre più liberi e capaci di scegliere.
Autoregolazione: posso essere autentico e creativo
Quando siamo più “presenti”, consapevoli delle nostre emozioni, delle sensazioni corporee e dell’energia di cui disponiamo, possiamo anche scegliere veramente come muoverci senza sforzo e con più leggerezza. L’autoregolazione è un altro concetto chiave del lavoro bioenergetico. Quando, per esempio, un esercizio sembra “troppo” per noi, possiamo fermarci o rallentare. Possiamo dire no! Scegliamo una situazione diversa. Esprimiamo un bisogno. Così come possiamo fare nella vita. In questo modo impariamo a essere più autentici, creativi e ristabilire la consapevolezza della nostra identità. Saremo rilassati e pervasi da un senso di fiducia. Potremo ascoltare meglio i messaggi che invia il corpo e avere relazioni più costruttive con gli altri. “Non più io vado”, scrive Lowen, “ma sono condotto. Ovvero: sono arreso al mio corpo, da lui accudito. Più mi arrendo e più sento la sua potenza, la sua forza, la sua inderogabile verità. La verità della natura, della terra. La verità del sentire”.
Ascoltarmi nel bisogno
Io sono l’insieme dei miei bisogni, nulla di più, nulla di meno.
Non ciò che mi illudo di essere.
Bambini
Guardiamo un bambino quando piange, quando è arrabbiato o felice, oppure quando vuole qualcosa.
Tutto il corpo partecipa in modo armonioso.